L’insostenibile alimentazione dell’essere umano

L’insostenibile alimentazione dell’essere umano

Di Antonella Alberici

Mangiare in modo sano e responsabile non è solo una questione di forma e salute fisica.

L’etica dell’alimentazione parte dalla consapevolezza del profondo legame dell’uomo con il proprio ambiente. La salute del pianeta è, infatti, inevitabilmente collegata alla nostra salute. Vediamo come.

L’esistenza di tutti gli esseri viventi è strettamente legata all’alimentazione. 

L’alimentazione può influenzare la nostra salute attraverso diversi aspetti. Il primo è la malnutrizione dovuta a una scarsità di risorse, tipica dei paesi in via di sviluppo; il secondo è la sovralimentazione, tipica invece dei paesi industrializzati.

La sovralimentazione (come gli erronei stili di vita) dei paesi più ricchi e industrializzati ha determinato, negli ultimi decenni, la cronicizzazione di alcune malattie tra cui l’obesità. Non rispettare, invece, i fabbisogni nutrizionali giornalieri comporta una carenza per il nostro organismo di componenti essenziali, con conseguente insorgenza di patologie più o meno gravi.

Un’altra importante questione legata alla nutrizione e alla salute è quella della sicurezza alimentare o garanzia di non tossicità degli alimenti. La letteratura scientifica ha ormai ampiamente dimostrato che alcuni contaminanti degli alimenti sono particolarmente pericolosi per lo sviluppo di tumori e di altre patologie acute e croniche, anche mortali.

Il cibo è molto di più della semplice nutrizione.

L’alimentazione non è solo lo scambio di materiale ed energia con l’ambiente che ci circonda (definizione biochimica), ma influenza diversi altri aspetti socio-culturali che inevitabilmente guidano lo stile di vita di ogni essere vivente sul pianeta.

Il cibo è una componente importante della felicità umana. È identità, cultura, socialità, convivialità, ritualità. La disponibilità alimentare influenza il nostro stato di salute e permette di esprimere integralmente il nostro potenziale genetico di sviluppo fisico e mentale.

La capacità di sopravvivenza delle comunità dipende, infatti, dallo stato di salute ed essa è, inevitabilmente, legata a quello che mangiamo. Il mancato accesso fisico ed economico al cibo genera instabilità sociale, ingiustizie, guerre e dittature, compromettendo il benessere psico-fisico individuale. 

Cibo e salute del pianeta

Oggi si parla di sistemi alimentari condivisi, dove la salute pubblica e la sostenibilità ambientale e sociale sono strettamente collegate.

Quando si tratta di cibo, “l’etica” include quindi una vasta gamma di valori, dalle preoccupazioni ambientali (allevamenti e coltivazioni intensive) alle questioni economiche e sociali. L’etica può anche riguardare le condizioni dei lavoratori agricoli oppure se il cibo rilascia più CO2 a causa dei lunghi trasporti.

Contrariamente a quanto indicato dal Protocollo di Kyoto, che prevede la riduzione delle emissioni di gas-serra nell’atmosfera terrestre per limitare gli effetti dei cambiamenti climatici, la catena alimentare si è sproporzionatamente dilatata al punto da portare le proprie emissioni a contribuire significativamente al riscaldamento globale del pianeta e al consumo di risorse naturali che rende maggiormente critica la capacità della Terra di rigenerarle.

Anche in questo caso, la salute del pianeta è inevitabilmente collegata alla nostra salute.

Evitare gli sprechi e riscoprire la sacralità del cibo.

Nello sbilanciamento tra sovralimentazione e scarsità di risorse alimentari nelle diverse aree del mondo, ci troviamo a fronteggiare anche il paradosso degli sprechi alimentari.

Secondo il rapporto sullo Stato dell’alimentazione e dell’agricoltura 2019 (Sofa) presentato dalla FAO durante la Settimana mondiale dell’alimentazione, il 14% del cibo prodotto nel mondo viene perso tra il campo e lo scaffale, prima di raggiungere la vendita al dettaglio. Mentre a livello globale vengono sprecate circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, di cui l’80% ancora consumabile. Di questo miliardo, 222 milioni sono le tonnellate di cibo che vengono sprecate nei Paesi industrializzati.

Solo in Italia,secondo la FAO (dati presentati nel 2019) lo spreco alimentare vale più di 15 miliari di euro, di cui oltre 11 miliardi sprecati nell’ambito domestico.

Produzione alimentare e buona alimentazione, una questione di etica oltre che di salute.

Ridurre gli sprechi alimentari, ridimensionare e ridistribuire i volumi prodotti, è uno dei modi per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile nell’Agenda 2030, in particolare per garantire la sicurezza e la disponibilità del cibo, soprattutto nei Paesi più poveri.

E’ una sfida culturale, economica e sociale che possiamo ancora vincere, iniziando a prenderci cura di noi stessi e del pianeta.

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Antonella Alberici

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