Cos’è la comunicazione interna

Cos’è la comunicazione interna

Abstract: In questo articolo vengono riassunti i concetti principali necessari a definire una strategia di comunicazione interna e dei relativi strumenti da utilizzare.

1. Introduzione

Nell’attuale esperienza organizzativa ogni singola informazione, pratica, e sistema relazionale, è destinato a trasformare l’esperienza di ogni singolo componente dell’organizzazione stessa, a partire dalla sua percezione del contesto agisce, e dalle attese che, conseguentemente, alimenta, sulle azioni della sua impresa.

Da questa cognizione/consapevolezza, scaturiscono le necessità di:

  1. creare una corporate culture condivisa,

  2. nonché quella di porsi l’obiettivo di creare i presupposti infrastrutturali volti a fare conoscere, ed a fare interiorizzare, a tutti i dipendenti, gli obiettivi che l’organizzazione intende perseguire, trasferendo l’idea che, senza la diretta partecipazione di ciascuno dipendente, ogni investimento è inevitabilmente destinato al fallimento.

Questi fattori contribuiscono a creare:

  • senso di appartenenza,
  • sicurezza,
  • fiducia,

e si sostanziano in una migliore qualità del lavoro.

2. L’evoluzione del ruolo della comunicazione interna

La comunicazione viene, così, ad assumere una funzione cruciale, nella definizione stessa dell’organizzazione.

Da questione solo apparentemente secondaria, relegata, un tempo, agli uffici stampa, e, comunque, rivolta prevalentemente quando non esclusivamente all’esterno, oggi essa ha assunto una dimensione indispensabile anche all’interno delle organizzazioni.

E’ pertanto opportuno ormai parlare di un’unica strategia di comunicazione, intimamente correlata alla politica dell’impresa, ed articolata in sotto insiemi specifici, per ogni singolo segmento/target alla quale la stessa è rivolta.

Ciò premesso, possiamo adesso identificare e differenziare tre principali ontologie di comunicazione interna, peraltro intimamente correlate l’una all’altra.

  1. Quella relativa ai messaggi “strategici”, nella quale sono da ricomprendere tutte le comunicazioni inerenti i valori con i quali l’azienda intende ingaggiare i suoi dipendenti: in una parola, la mission dell’impresa, la sua ragion d’essere, il perché della sua esistenza, la sua unicità.

  2. In secondo luogo, vi sono le comunicazioni riguardanti le informazioni di base, relative al funzionamento delle diverse unità che compongono l’impresa: organigrammi, ordini di servizio, circolari, piani e programmi, riunioni, norme e procedure.

  3. Infine, non si possono dimenticare le comunicazioni più strettamente legate all’immagine dell’azienda stessa: qui si va dalle informazioni riguardanti l’innovazione tecnologica, ed i successi dell’impresa, e dei suoi protagonisti, alle notizie che la stessa produce e traduce con il suo modo di proporsi – ad esempio, la struttura di una sede, la disposizione di un ufficio, il logo, ecc. – e che rivelano un’attenzione, più o meno profonda, verso la persona fruitrice del servizio.

3. Elaborare una strategia per la comunicazione interna

Per elaborare una strategia comunicativa, è necessario ricordare che, nel concreto, la comunicazione è costituita da un mix di informazioni – provenienti da una pluralità di fonti, legate alla struttura e, ancor più, ai rapporti interpersonali – che richiedono una grande e continua attività capillare di coordinamento.

Il target interno, inoltre, non costituisce un tutt’uno uniforme e compatto, quanto, piuttosto, un universo segmentato, che impone che a ciascuno arrivino le informazioni a lui pertinenti, in modo da favorire un’azione efficace.

Alla luce di queste considerazioni, si tratta, quindi, di puntare su messaggi mirati, veicolati dagli strumenti considerati, di volta in volta, più idonei ed efficaci.

Di qui il passaggio dall’uso indifferenziato di strumenti tradizionali – intranet, house organ, newsletter, rassegne stampa, dépliant, meeting, circolari, riunioni, corsi di formazione – a una loro destinazione specifica, attenta a predisporre e a favorire spazi di feedback inferenziali, in base ai quali poter correggere continuamente il messaggio della strategia comunicativa, che, con l’avvento del web 2.0, non si genera più alla finte, ma all’arrivo.

La formula dell’eccellenza organizzativa diventa, così, quella che tende ad assumere una forma multinodale, cioè una rete le cui maglie altro non sono che canali di comunicazione: “la grande orchestra della comunicazione si deve avvalere, per essere tale, di numerosi strumenti e di un delicato e difficile raccordo tra di essi”.

4. I social network interni, la comunicazione inferenziale e lo smart working

Con l’avvento di internet, e dei social network, anche le aziende hanno iniziato ad orinetare le strategie di engagement dei propri dipendenti, tramite l’utulizzo di tools 2.0, e stanno implementando anche soluzioni di social network interni.

L’obiettivo principale di questi nuovi approcci è quello di fare emergere la dimensione dele comunicazioni informali tra dipendenti, favorire un approccio verso la comunicazione inferanziale dove il messaggio non è più il fulcro della comunicazione che viene sempre più sostituita dalla “relazione tra soggetti”.

Questa forma di comunicazione cambia il paradigma tradizionale della comuicazione interna dove il messaggio si formava all’origine. Grazie alla comunicazione 2.0 invece il messaggio tende a formarsi all’arrivo, grazie all’interazione tra mittente e ricevente che contribuisce a modificare nel tempo e nel contenuto lo stesso.

La creazione di profili personali, corredati da tag, e da informazione sui curriculum vitae, e sulle competenze dei dipendenti, favorisce, inoltre, una nuova forma di cooperazione tra le persone, anche a distanza, abilitata dagli strumenti di comunicazione sincrona ed asincrona, che le aziende ormai utilizzano sempre più corposamente ad integrazione dell’email (mezzo sempre meno utilizzato, rispetto a questi nuovi tools), come WebEX di Cisco, o Lync di Microsoft, per citare i più famosi.

Colossi come Google e come facebook, si stanno sempre più interessando al mondo enterprise, con soluzioni scalabili che integrano anche le quelle inereti il social working.

Lo smart working, infine – che abilita la possibilità di disintermediare la prestazione lavorativa, dal luogo in cui la stessa viene, di fatto, erogata – sta già contribuiendo, e contribuirà, sempre più, nel futuro, a delineare nuovi scenari per l’organizzazione e per la fuizione di eventi, sia sincroni, che asincroni, di comunicazione interna.

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Antonella Alberici

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